La cannabis ha il 20 aprile, ovvero il 420 (oppure 4/20 o 4:20), il Weed Day: una sorta di giornata internazionale pro-cannabis, con eventi in tutto il mondo per celebrare la cultura della marijuana, fare informazione e rilanciare l’attivismo anti-proibizionista. Il 19 aprile tocca invece al Bicycle Day, analoga scadenza annuale di informazione e attivismo dedicata all’Lsd, derivata dal 19 aprile 1943, quando il Dr. Albert Hofmann, chimico svizzero allora 37enne, fu la prima persona al mondo a sperimentare intenzionalmente gli effetti psichedelici della sostanza da lui sintetizzata nei Laboratori Sandoz di Basilea (ora Novartis).
Ora lo stesso vale per la psilocibina, almeno rispetto alla scena statunitense. Il 20 settembre è stato proclamato “educational day of action” dedicato all’ingrediente psicoattivo dei ‘funghetti magici’. L’idea nasce nel 2015, quando Nicholas Reville, attivista di Providence, in Rhode Island, propone una specifica giornata di mobilitazione come sbocco naturale dell’impegno del gruppo locale in cui opera, mirate ad avviare e ampliare il dibattito pubblico sui benefici della psilocibina. Pur se recente e ancora non così nota, l’iniziativa ora sta montando grazie all’onda lunga delle recenti vittorie della depenalizzazione (Denver, Okland, Santa Cruz) e rilancia quelle future (forti le speranze soprattutto per l’imminente referendum in Oregon).
Come spiega lo stesso Reville: «Abbiamo scelto la giornata del 20/9 perché segna l’inizio dell’autunno, la stagione più prolifica per i funghi; perché è prossima all’equinozio, che rappresenta un cambio di direzione; e perché riecheggia il 20/4, data simbolo del successo del movimento per la depenalizzazione e la legalizzazione della marijuana».
Elaborando ulteriormente quest’idea, già l’anno scorso un gruppo di attivisti aveva lanciato la 920Coalition e il relativo Global Mushroom Day, le cui pagine web fornivano una serie di risorse utili, suggerimenti su come per celebrare l’evento e altri consigli ad hoc. Stavolta anzi Tam Integration, organizzazione che offre cerchi integrazione post esperienza psichedelica e altri incontri in tema nella Bay Area di San Francisco, ha messo insieme la seconda edizione del Psilocybin Summit, rigorosamente online. Quattro giorni di esplorazioni approfondite sul “fungo sacro”, con oltre 50 relatori di ogni parte del globo, tra cui il noto micologo Paul Stamets, l’autrice e psicologa Francoise Bouzat, il rinomato etno-farmacologo Dennis McKenna e un nugolo di esperti, nativi, attivisti e facilitatori in materia.
D’altronde in Usa l’uso dei funghetti, pur se comunque illegale, continua a diffondersi, anche grazie alle cosidette microdosi, inclusi manuali fai-da-te e annessi questionari proposti dal Dr. James Fadiman, autore nel 2011 di quello che è ormai divenuto un classico del settore The Psychedelic Explorer’s Guide. Al contempo, svariate ricerche mediche hanno confermato che in piccole dosi la psilocibina stimola i recettori cerebrali per poi potenzialmente “ricalibrare l’intero cervello”, procurando benefìci medici, spirituali e terapeutici – evitando al contempo la potenza e la durata del “trip” completo, non certo consigliabile o adatto a tutti. Né mancano i test clinici in corso a confermarne gli effetti positivi per chi è affetto da ansia, depressione, disturbo post traumatico da stress e altre comuni disfunzioni mentali.
Va aggiunto che le indagini scientifiche made in Usa da tempo hanno puntato sulla psilocibina, oltre che sull’Mdma, sia per la minore durata dei loro effetti rispetto all’Lsd sia per evitare lo stigma che gran parte dell’opinione pubblica (e del mondo politico) ancora assegna a quest’ultimo. Ne è conseguita un’ampia eco mediatica, a partire dagli studi condotti già nel 2006 dal team del dottor Roland Griffiths come terapia contro la dipendenza da alcol e droghe. Analoga l’attenzione ottenuta nel dicembre 2016, quando i test clinici su 80 volontari, condotti dallo stesso team di Griffiths, presso la Johns Hopkins University, e dallo psichiatra Stephen Ross alla New York University, avevano dimostrato che singola dose di psilocibina, assunta sotto diretto controllo medico e con l’ausilio della psicoterapia, dava sollievo dall’ansia e dalla depressione associate con il cancro per almeno sei mesi. Dati che hanno trovato conferma in recenti test clinici europei.
Da segnalare infine che quest’idea della giornata di mobilitazione va già fruttificando. Travis Tyler Fluck, coordinatore del gruppo che ha successo di Decriminalize Denver nel maggio scorso, sta cercando di designare l’8 maggio come giornata locale per celebrare la depenalizzazione della psilocibina nella sua città. Si tratta di «onorare le qualità terapeutiche e introspettive regalateci dai funghetti tramite l’attivismo sul campo».
Questo articolo fa parte della rubrica Psichedelia Oggi.
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Bernardo Parrella è giornalista freelance, traduttore e attivista, da tempo residente in Usa e coinvolto in svariati progetti italiani e internazionali. Ha curato l’ebook Rinascimento Psichedelico. La riscoperta degli allucinogeni dalle neuroscienze alla Silicon Valley“ (2018). @berny