A un anno dalla storica depenalizzazione dei funghetti magici a Denver, altre amministrazioni locali provano a replicarne il modello. Dubbi sulla proposta legislativa nello Stato di New York.
Un anno fa Denver è diventata la prima città Usa a depenalizzare di fatto l’uso, il possesso e la coltivazione personale dei funghi contenenti psilocibina. Il 51% degli elettori ha detto Sì alla Initiated Ordinance 301, che impone alle autorità repressive di assegnare la “bassa priorità” ai procedimenti penali a carico di maggiorenni coinvolti in queste attività sul territorio della città e della contea omonima. Non si tratta dunque di legalizzare la vendita o il commercio dei “funghetti magici”, bensì di non criminalizzarne più uso e possesso esclusivamente in ambito privato e personale per chi ha almeno 21 anni – pur se le normative federali li includono tuttora nella iper-restrittiva Tabella I. È stato il primo traguardo di una campagna che aveva preso avvio due anni prima, guidata da una coalizione di attivisti, esperti, medici e cittadini denominata Decriminalize Denver.
Esempio rapidamente replicato in California, prima a Oakland, il cui consiglio comunale a giugno ha passato all’unanimità una risoluzione che in pratica depenalizza la coltivazione e l’uso personale degli psichedelici naturali, riprendendo lo stesso approccio di “bassa priorità” per le forze dell’ordine. Si tratta di funghi del genere Psilocybe, del peyote e altri cactus contenenti mescalina, di piante contenenti ibogaina, di erbe per preparare l’ayahuasca e in generale delle piante psicoattive. Ovviamente la norma vale soltanto per i maggiorenni ed esclude tutti i derivati sintetici, come Lsd, Mdma o Dmt. Nel gennaio scorso analoga la decisione presa dal consiglio comunale di Santa Cruz, cittadina di 65.000 abitanti nota soprattutto per la vivace comunità accademica, a circa 120 a km a sud di San Francisco.
Una strategia operativa dagli sbocchi positivi che ora viene replicata in altre città e Stati Usa. A partire dall’Oregon dove si è appena chiusa la raccolta firme per porre nella tornata elettorale del novembre 2020 un ballot mirato a regolamentare l’uso dei funghetti in cliniche convenzionate dietro ricetta medica (Oregon Psilocybin Services Act). L’iniziativa si è svolta in collaborazione con gli attivisti a sostegno di una proposta mirata a depenalizzare tutte le sostanze illecite e a rafforzare i programmi di recupero a livello statale (Drug Addiction Treatment and Recovery Act).
Le firme raccolte – rispettivamente 135.000 e 147.000, a fronte del minimo richiesto di 112.020 a testa – sono ora al vaglio del segretario di Stato. L’emergenza Covid ha invece costretto alla sospensione della raccolta firme per presentare un simile referendum in tutta la California: se ne riparlerà l’anno prossimo. In Iowa il repubblicano Jeff Shipley ha presentato due proposte di legge per derubricare la psilocibina dall’elenco delle sostanze vietate e per autorizzarne l’uso terapeutico. Simile la proposta di legge introdotta a gennaio in Vermont per depenalizzare “sostanze enteogene” quali psilocibina, ayahuasca, peyote e kratom.
Intanto Kevin Matthews, coordinatore del network che ha portato al successo lo storico referendum di Denver nel maggio scorso, traccia un bilancio nettamente positivo a un anno di distanza, in un’ampia intervista su YouTube. E sintetizza le nuove opzioni allo studio: dall’ulteriore definizione degli interventi in materia da parte autorità cittadine all’ampliamento della depenalizzazione all’intero Colorado alla vendita controllata di funghetti magici (in rivendite autorizzate, come già per la cannabis).
Desta infine parecchi dubbi la proposta presentata recentemente dalla deputata (Democratica e pro-cannabis) Linda Rosenthal alla Commissione Sanità nello Stato di New York. Il disegno di legge A10299 consta di un unico paragrafo con un obiettivo secco: rimuovere la psilocibina dal Controlled Substances Act. In assenza di altri dettagli o chiarimenti della stessa proponente, il fronte antiproibizionista locale si chiede però, nel caso dovesse essere approvato, chi possa trarne beneficio e quale l’effettiva implementazione. “Non sembra voler regolamentare i funghetti magici, perchè non nomina la psilocina, l’altra componente psicoattiva”, spiega Troy Smit, vice-direttore della NORML (National Organization for the Reform of Marijuana Laws) locale.
E ancora: si prevedono limiti o divieti a possesso e vendita di tali funghi per scopo terapeutico? Chi potrà mai produrre (e commercializzare) psilocibina sintetica in laboratorio se non le mega-aziende for-profit già su questa strada? Pur se è vero che la mossa apre le porte a futuri sviluppi, Hadas Alterman, responsabile di Decriminalize Nature NYC, ci tiene a chiarire: “Il processo che ha portato a questa proposta appare tutt’altro che inclusivo. Non tiene conto né della robusta tradizione dell’uso cerimoniale indigeno di queste sostanze né dei decenni di esperienze accumulati dalla comunità psichedelica underground“.
(Foto: Double Blind)
Questo articolo fa parte della rubrica settimanale Psichedelia Oggi.
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Bernardo Parrella è giornalista freelance, traduttore e attivista, da tempo residente in Usa e coinvolto in svariati progetti italiani e internazionali. Ha curato l’ebook Rinascimento Psichedelico. La riscoperta degli allucinogeni dalle neuroscienze alla Silicon Valley“ (2018). @berny