Psychedelic Liberty Summit, di E.J. Steinberg

Terapie psichedeliche per decolonizzare la mente

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La psicoterapia psichedelica si avvicina a grandi passi: chi vi avrà accesso e chi ne resterà escluso? Come creare modelli imprenditoriali etici e solidali per l’ambito psichedelico? Psilocibina come medicina: quali i possibili abusi e le future regolamentazioni? Lo sviluppo e la commercializzazione di queste sostanze portano con sé rischi e potenzialità: come integrarli al meglio?

Queste sono alcune delle patate bollenti attualmente presenti nel calderone psichedelico. E al centro delle discussioni svoltesi nei giorni scorsi durante il Psychedelic Liberty Summit, evento giustamente definito “epico”. Non solo perché, al pari di analoghe maratone online di questo periodo, trasferito rapidamente e in modo del tutto indolore sulla piattaforma web Crowdcast. Bensì anche per via delle cifre-record: 1.350 partecipanti per oltre 70 relatori da ogni parte del mondo, collegati online dalla propria quarantena in fusi orari diversi e con commenti, link, domande nella chat continua a latere del livestreaming. Organizzato dal Chacruna Institute, ente multidisciplinare che si pone come ponte tra l’uso cerimoniale della #PlantMedicine e la scienza psichedelica, il convegno ha offerto 32 sessioni e vari incontri serali per approfondire variamente gli aspetti medici, politici e culturali del “rinascimento” in corso.

In apertura, Bia Labate, antropologa e motore del Chacruna Institute, ha rimarcato un punto cruciale dell’odierno scenario: mentre siamo tutti d’accordo sull’urgenza di porre fine al proibizionismo, il dibattito è aperto sulle diverse possibilità per stilare e applicare nuove regolamentazioni, probabilmente diverse a seconda delle varie sostanze e Paesi. Senza contare le molte forme che finirà per assumere la medicina psichedelica, inclusa la nascita di vere e proprie corporation finalizzate al profitto. Occorre salvaguardarne proprietà e virtù, soprattutto quelle delle “piante sacre”, pur coscienti dell’inevitabilità dell’arrivo di Big Pharma in questo nuovo settore.

Contesto in cui s’innesta l’Ethics Pledge messo a punto dal progetto NorthStar grazie al contributo di oltre un centinaio di addetti e presentato al Summit da Kat Conour (terapista) e Liana Gillooly (Maps). Il documento, da sottoscrivere su base volontaria, chiede ai professionisti del settore di attenersi a principi morali e garantire l’integrità dei servizi offerti. Obiettivo del gruppo di lavoro è quello di stabilire dei requisiti affidabili per valutare l’operatività e la responsabilità degli operatori. Ciò anche per evitare di ripetere i passi falsi degli anni ’60, con i primi esperimenti ad Harvard, subito sfuggiti di mano (volontariamente) al Dr. Timothy Leary. Ne deriverebbero ulteriori restrizioni legali, anziché l’auspicata regolamentazione, inficiando così gli sviluppi scientifici degli ultimi tempi. Si tratta di un processo inclusivo e partecipativo, compresi investimenti socialmente responsabili nonché l’aperta filantropia, proprio quanto chiedono pazienti, utenti e consumatori.

Processo ancor più essenziale, vale ripeterlo, in vista del primo traguardo: la prescrizione legale dell’Mdma entro il 2021 da parte dei medici statunitensi. E il possibile aiuto di queste sostanze nel trattamento del trauma mentale ed emotivo dovuto all’attuale emergenza del Covid-19 non fa che rafforzare l’eventualità che presto milioni di persone possano trarre beneficio dalle terapie psichedeliche. Motivo per cui occorre evitare che ciò finisca per interessare la solita fascia ristretta dei più facoltosi, tagliando fuori afro-americani e altre minoranze. Importante garantire la libertà di accesso. È quanto emerso in un apposito panel con vari esperti, tra cui Nicole Buchanan (Michigan State University) e Nicolle Greenheart (Decriminalize Nature).

Ovviamente non è mancata l’attenzione ai successi della decriminalizzazione in corso in Usa, con gli attivisti di Denver e Oakland che hanno aggiornato sui passi futuri e sulle relative implementazioni. Utili le riflessioni di Steve DeAngelo e Dale Gieringer (Norml), tra gli estensori delle bozze normative sulla legalizzazione della cannabis in California, sul possibile percorso parallelo per piante e funghetti magici. Al riguardo occorre purtroppo prendere nota che, a causa del blocco per il Covid-19, è stata sospesa la campagna di raccolta firme per presentare analogo referendum a tutti gli elettori californiani. Se ne riparlerà l’anno prossimo.

Da segnalare infine l’ampio spazio riservato alle #PlantMedicine – anzi, piante come maestre di vita – e al rispetto delle tradizioni e delle posizioni dei nativi in quest’ambito. Si è discusso, per esempio, di come gli “occidentali” possano replicarne le pratiche salvaguardando al contempo le culture indigene da cui sono originate. E anche del fatto che la rampante commercializzazione dell’ayahuasca stia minacciando la lotta degli stessi indigeni a difesa delle foreste amazzoniche e del proprio stile di vita. Questioni non da poco, il cui dibattito ha coinvolto, fra gli altri, rappresentanti nativi quali Taita Juan Bautista e Miguel Evanjuanoy (Putumayo, Colombia), Daiara Tukano (Alto Rio Negro, Brasile).

Il tutto per confermare che l’attuale fronte psichedelico resta fluido e in divenire continuo, pur se con alcuni punti fermi irrinunciabili. Affermare un approccio più che rigoroso a livello etico, scientifico e culturale, garantendo la massima libertà di ricerca. Insieme all’urgenza di insistere con politiche anti-proibizioniste nel contesto internazionale e tutelare le tradizioni native. Applicando quello che man mano è emerso come una possibile sintesi dell’evento virtuale: decolonizzare la mente, qui e ora.

(Foto: Disegno-sintesi post-evento di E.J. Steinberg)

Questo articolo fa parte della rubrica settimanale Psichedelia Oggi

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Bernardo Parrella Bernardo Parrella è giornalista freelance, traduttore e attivista, da tempo residente in Usa e coinvolto in svariati progetti italiani e internazionali. Ha curato l’ebook “Rinascimento Psichedelico. La riscoperta degli allucinogeni dalle neuroscienze alla Silicon Valley (2018). @berny


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