Israele, sulla cannabis c’è molto da lavorare

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Israele, il paese che affaccia sul Mediterraneo più lungimirante e strutturato per quanto riguarda la ricerca, lo sviluppo, la produzione e il mercato di cannabis medica, ha ancora molti conti in sospeso con la mentalità proibizionista, conti che fa fatica a chiudere. Domenica 25 luglio l’Israel Defence Force (IDF, le forze armate) ha lanciato una campagna online che suona un antico adagio, quello dello spauracchio: “L’uso di droghe viola le norme ei valori dell’IDF e la sua missione di proteggere lo Stato di Israele” è uno dei claim usati.

La campagna avverte i soldati che l’uso di cannabis (si concentra unicamente su questa sostanza, nda) potrebbe provocare conseguenze negative sui soldati, che potrebbero subire multe, retrocessioni di grado o punizioni. La campagna è “parte della battaglia contro il consumo di droga nell’IDF” e intende “combattere il fenomeno” tra le truppe, come si legge nel comunicato dell’IDF. Parole che rivelano due cose: i militari che assumono droghe ci sono e, probabilmente, sono diventati un “problema” da gestire. Un sondaggio del 2018 condotto dall’Autorità antidroga israeliana ha rilevato che il 54% dei soldati ha ammesso di aver fumato cannabis nell’ultimo anno.

Tra i nuovi regolamenti militari anti-cannabis figurano la negazione dei benefici speciali per le truppe da combattimento e dei sussidi di smobilitazione che tutti i soldati ricevono al termine del servizio obbligatorio: “L’IDF persegue una politica rigorosa e intransigente nei confronti del consumo di droga a causa del ruolo centrale che i soldati dell’IDF e i loro comandanti svolgono nella difesa dello stato e dei suoi cittadini”. I militari trattano molto duramente i soldati trovati in possesso di sostanze, anche nell’uso occasionale di cannabis durante il congedo. I soldati trovati a farne uso o in possesso di droghe vengono arrestati e nei loro confronti vengono presentate incriminazioni di tipo penale. I soldati vengono giudicati e condannati da un tribunale militare e subiscono la retrocessione di grado, con precedenti penali, e sono interdetti dal ricevere una patente di guida civile. Possono chiedere la grazia al presidente di Israele per cancellare la loro fedina penale dopo tre anni e mezzo.

La politica dell’IDF in materia di cannabis è in netto contrasto con la vita civile. In Israele la cannabis è stata parzialmente depenalizzata nel 2018 e il Paese è uno dei produttori di cannabis medica di miglior qualità al mondo, tanto che il governo ha annunciato investimenti nel settore con l’obiettivo di rendere quello israeliano “uno standard internazionale” nel mercato della cannabis medica. L’ultimo disegno di legge presentato alla Knesset, su cui anche il partito di destra Likud si è detto favorevole, vieta ancora l’uso di cannabis in pubblico ma consentirebbe agli adulti di possedere fino a 50 grammi di cannabis e fino a 15 semi per uso personale. Il possesso in eccesso di tale importo comporterebbe una multa di 649 euro. Chi fuma in pubblico riceverà una multa di 130 euro.


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