Draghi delega alle Politiche sulle Droghe

Presidente Draghi, non dimentichi la delega alle Politiche sulle Droghe

Abbiamo scritto al premier Draghi perché assegni la delega alle Politiche sulle Droghe
Condividi

Abbiamo scritto al presidente del Consiglio e al Ministro della Salute, Roberto Speranza, perché nel nuovo governo sia distribuita la delega alle Politiche sulle Droghe. Ecco il testo della lettera

Alla cortese urgente attenzione del professor Mario Draghi, presidente del Consiglio dei Ministri

e per conoscenza: onorevole Roberto Speranza, Ministro della Salute

Presidente:

Le scriviamo anche a nome delle quasi 400 persone che in questi mesi hanno partecipato al “Digiuno per la Cannabis” perché il Suo Governo non prevede la delega alle politiche sulle droghe – un problema che, come molti altri, è stato aggravato dalla pandemia. La mancanza è ancora più vistosa perché il 2 dicembre dell’anno scorso le Nazioni Unite, col parere favorevole dell’Italia, hanno rimosso la cannabis dalla IV Tabella della Convenzione Onu sulle sostanze psicotrope del 1961 annullando tutte le misure di controllo che per anni hanno imbrigliato la produzione, la distribuzione e la prescrizione della cannabis per fini terapeutici. 

Cannabis non vuol dire “droghe”, ma considerato che in Italia la pianta viene prodotta e distribuita con il coinvolgimento dei Ministeri della Salute, Difesa e Agricoltura, occorre quindi un responsabile politico che ne coordini la complessità.

È quindi necessario e “urgente” un Suo interessamento diretto anche perché, come previsto dall’articolo 15 del Testo Unico sulle droghe “Ogni tre anni, il Presidente del Consiglio dei Ministri,  nella sua qualità di Presidente del Comitato nazionale di coordinamento per l’azione antidroga, convoca una conferenza nazionale sui problemi connessi con la diffusione delle sostanze stupefacenti e psicotrope alla quale invita soggetti pubblici e privati che esplicano la loro attività  nel  campo della prevenzione e della cura della tossicodipendenza. Le conclusioni di tali conferenze sono comunicate al Parlamento anche al fine di individuare eventuali correzioni alla legislazione antidroga dettate dall’esperienza applicativa”. 

L’ultima Conferenza si è tenuta nel 2009. Dopo 12 anni non solo è mutato lo scenario nazionale dei mercati e dei consumi ma è anche cambiato anche il quadro giuridico. La sentenza della Consulta 32/2014 sulla incostituzionalità della legge Fini-Giovanardi (relatrice Cartabia) e quella 40/2019 sulla proporzionalità delle pene (relatrice Cartabia) hanno modificato la normativa vigente, mentre la sentenza 12348/20 delle Sezioni Unite della Cassazione sulla non punibilità della coltivazione ad uso personale ha consolidato la giurisprudenza. Tutte queste ragioni, e l’accantonamento per l’incontro previsto in Finanziaria dal Parlamento, impongono l’avvio del lavoro preparatorio per la convocazione dell’incontro. 

Nel frattempo, è possibile intervenire per risolvere i gravi problemi di approvvigionamento delle terapie a base di cannabis – ancor oggi riscontrati da migliaia di malati – e allo stesso tempo aprire la strada ad un settore del quale ci permettiamo di sottolineare anche il potenziale significativo impatto economico. Il decreto fiscale del 2017 ha già previsto di aprire la produzione della cannabis terapeutica ai privati, coprirne i costi tramite il SSN (numerosi studi indicano una potenziale diminuzione dei costi rispetto alle cure tradizionali) e promuovere formazione e informazione a tutti gli operatori coinvolti. Tutte cose mai attuate. Visto il rinnovato quadro internazionale è urgente semplificare l’importazione di cannabis per sopperire alle emergenze, e includere la cannabis nei Livelli Essenziali di Assistenza in modo che non sia più demandata alle – varie ed eventuali – leggi regionali la sua dispensazione rendendola una concreta possibilità terapeutica in tutta Italia. 

Nelle more di queste modifiche La invitiamo a cancellare la circolare ministeriale del 23 settembre 2020 che arbitrariamente ha reso più complicato la vita a pazienti, medici e farmacisti ostacolando la distribuzione tramite corriere dei cannabinoidi terapeutici. Va definitivamente ritirato il decreto che inseriva il CBD nelle tabelle delle sostanze psicotrope, contro le stesse indicazioni dell’OMS, investire in ricerca e sperimentazioni cliniche a partire dalla produzione nazionale di cannabis. Infine, per dare piena attuazione della Legge del 2016, è necessario definire il catalogo di cosa può essere prodotto industrialmente (tenendo conto dell’instabilità delle percentuali dei principi attivi). 

Si tratta di misure che consentirebbero il pieno rispetto del diritto alla salute e andrebbero a consolidare un comparto che ha potenzialità economiche inespresse e caratteristiche di sostenibilità ambientale in linea con la transizione ecologica identificata come una delle priorità dal Suo Governo.

Leonardo Fiorentini e Marco Perduca

Roma, 23 marzo 2021


Condividi

Se ti è piaciuto l'articolo, condividilo sui tuoi social