Ci auguriamo che i Giudici della Corte non “cerchino il pelo nell’uovo” e davvero nei fatti diano seguito alla richiesta dei cittadini espressa tramite lo strumento referendario.
L’occasione è straordinaria e non riguarda solo la cannabis: l’Italia ha l’opportunità di avere una grande stagione referendaria, nel 2022, così che i cittadini italiani possano dare chiare indicazioni al legislatore su alcune “urgenze” non più procrastinabili. E la cannabis è tra queste.
La Costituzione prevede tre sole ragioni di esclusione di un referendum: non è ammesso il referendum per leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e indulto e di ratifica di trattati internazionali. Il resto delle possibili ragioni di diniego derivano dalla storia dei pronunciamenti, che hanno via via introdotto criteri aggiuntivi di inammissibilità che si prestano a interpretazioni più ampie. In una nota, il Comitato promotore dei referendum su cannabis ha tuttavia lanciato un allarme: “Apprendiamo dai media che il referendum per la legalizzazione della cannabis rischia di essere cancellato dalla Corte costituzionale, in occasione della Camera di Consiglio prevista per il prossimo 15 febbraio. Le voci riprese dai giornali parlano di parere negativo per buona parte degli 8 quesiti proposti. Voci circolate addirittura prima del deposito dell’ultima memoria difensiva, quella del referendum cannabis”.
Legalizziamo è con il presidente Giuliano Amato, che con parole più che chiare ha indicato la strada: “Dobbiamo impegnarci al massimo per consentire, il più possibile, il voto popolare”. Giusto: noi cittadini stiamo aspettando!