Proibizionisti al servizio di mafie e terroristi

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Di Marco Perduca

A pochi giorni dalla pubblicazione del World Drug Report delle Nazioni unite, che informa che nel mondo i consumatori di sostanze illecite sono 269 milioni, la Guardia di Finanza di Napoli e le autorità degli Emirati Arabi Uniti hanno sequestrato 110 milioni di pasticche di captagon, una sostanza sintetica probabilmente di origine siriana. 

Non è dato sapere se i potenziali consumatori di queste pasticche rientrino nelle stime dell’Ufficio per le Droghe e il Crimine dell’ONU, di certo si tratta di un quantitativo spropositato di merce.

Il Captagon è un tipo di fenetillina (nota anche come amfetaminoetilteofillina o amfetillina), uno psicostimolante sintetizzato per la prima volta nel 1961 dalla tedesca Degussa AG e utilizzato per circa 25 anni come farmaco alternativo, perché più blando rispetto all’anfetamina, nella cura della narcolessia, della sindrome da iperattività e, in alcuni casi, della depressione. Tanto gli importanti effetti collaterali, che si manifestano in caso di assunzioni prolungate, quanto l’abuso registrato all’inizio degli anni Ottanta negli USA l’hanno fatta inserire nelle tabelle della convenzione Onu sulle droghe del 1988 su segnalazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Reperite le materie prime con poche attrezzature si ottengono facilmente delle pillole che sul mercato possono costare dai 5 ai 20 dollari. Se assunte con la caffeina sono un potente stimolante. I minimi costi di produzione garantiscono guadagni stratosferici. Tanto le partite sequestrate a Salerno quanto quelle destinate ai paesi del Golfo erano prodotte in quella parte di Siria ancora sotto il controllo del cosiddetto Stato Islamico. 

E’ molto meno complicato smerciare pillole che esportare petrolio o trafficare in reperti archeologici – o esseri umani. Per farlo occorrono alleanze con altre reti terroristiche, gruppi politico-militari o narco-mafie ma si sa, in questo tipo di affari non si guarda in faccia al compare.

Prima della guerra in Iraq del 2003 la produzione di captagon interessava prevalentemente il sud-est dell’europa, in particolar modo la Bulgaria. Turchia, Siria, Giordania e Libano, ma alle volte anche il Paraguay dove è presente una “delegazione” di Hezbollah, erano vie del traffico verso i paesi del Golfo. Dall’inizio della guerra in Siria il centro di raffinazione di Captagon si è spostato avvicinandosi al mercato maggiormente interessato. La storia del proibizionismo ci insegna che le “droghe” possono intossicare ma anche divenire delle vere e proprie monete parallele. Il captagon è la moneta parallela dei conflitti nel “grande Medio Oriente”.

Per quanto la Sharia condanni il consumo di queste sostanze, le 14 tonnellate sequestrate al porto di Salerno avevano il logo ‘captagon’ e le indagini di mesi confermerebbero l’origine siriana nella zone controllate dall’Isis. Il valore della merce sul mercato sarebbe di oltre 1 miliardo. Le notizie dall’Italia si sovrapponevano alla presentazione di un rapporto delle autorità degli Emirati Arabi Uniti che rendeva nota la confisca di 25 milioni di pillole dello stesso tipo e della stessa provenienza avvenute nel primo trimestre del 2020. Il captagon sequestrato potrebbe valere fino a 1,3 miliardi di Dirham (quasi 315 milioni di Euro).

Il World Drug Report si preoccupa di come il coronavirus possa aver modificato i metodi di commercio delle sostanze illecite e riprende tutto l’armamentario della cybersecurity per mettere sotto tutela il deep web, chiamato in spregio dark net, con la scusa del traffico di stupefacenti. E’ vero che il lockdown è stato rilassato in molte parte del Mediterraneo, ma 110 milioni di pillole del valore di quasi un miliardo e mezzo intercettate per i “soliti” canali confermano lo scollamento colla realtà delle agenzia dell’ONU per il controllo delle droghe e il crimine. 

Molte delle decisioni assunte una ventina d’anni fa per rafforzare la “guerra al terrore” erano tratte da quelle imposte dai primi anni Settanta per la “guerra alla droga”. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: narco-trafficanti trans-nazionali e terroristi continuano a finanziare le loro attività illecite con questa “moneta” parallela. Se la proibizione non è direttamente al servizio dell’illegalità di certo la rende ricca.


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