Perché in Italia non si fa ricerca sull’uso terapeutico delle droghe?

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Nel resto del mondo fioriscono le ricerche sugli effetti terapeutici di ecstasy, Lsd e altre sostanze narcotiche. Nel nostro paese invece siamo ancora in un Medioevo oscurantista.

La lunga era di oscurantismo sulle sostanze proibite potrebbe presto terminare. La conoscenza sui reali effetti e sulle potenzialità terapeutichedi ecstasyLsd e altre droghe, dopo decenni di messa al bando, sta tornando a essere ammessa attraverso la strada più nobile: la ricerca scientifica.

Alla fine di luglio, la Multidisciplinary Association for Psychedelic Studies, Maps, inizierà la fase III di un trial clinico dove l’Mdma (volgarmente nota anche come ecstasy) verrà utilizzata per curare centinaia di soggetti affetti da disturbo post-traumatico da stress (Dpts) derivante da varie forme di trauma.

L’Mdma, o 3,4-metilendiossimetamfetamina, è stata sviluppata dalla società farmaceutica tedesca Merck nel 1912. Il farmaco ha avuto vita tranquillafino a quando, nel 1976, il chimico americano Alexander Sasha Shulgin ne sintetizzò un lotto nel suo laboratorio nel cortile di Berkeley, riconoscendone il potenziale terapeutico. La scoperta fu immediatamente condivisa con lo psicologo Leo Zeff, che aveva già utilizzato Lsd legalmente nelle proprie sedute, e che ne fu talmente ispirato da soprannominarlo Adam, in onore del primo uomo. Grazie al lavoro da evangelista di Zeff nel 1984 circa 4mila terapisti usavano quella droga nella loro pratica.

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