Lettera per le Filippine

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Filomena Gallo a nome dell’Associazione Luca Coscioni, Marco Perduca a nome di Science for Democracy e Marco Cappato a nome di Eumans hanno firmato una lettera ai parlamentari statunitensi chiedendo un’azione nei confronti del governo delle Filippine, che continua ad abusare della pandemia per aumentare il proprio potere e indebolire l’opposizione rimanente.

Di seguito il testo integrale della lettera:

14 giugno 2020

Ai Rappresentanti Ami Bera, Joaquin Castro, Jackie Speier Eliot Engel, Nita Lowey, Ann Wagner, Ted Yoho e i Senatori Marsha Blackburn, Ben Cardin, Cory Gardner, Lindsey Graham Ed Markey, Patrick Leahy, Jeff Merkley, Marco Rubio, Chris Van Hollen

Grazie per i vostri sforzi a supporto dei diritti umani globali. La pandemia di coronavirus ha fornito una grande opportunità agli autocrati come il presidente delle Filippine Duterte per minare ulteriormente la democrazia e lo stato di diritto. Vi scriviamo per chiedere il vostro aiuto alle Filippine mettendo pressione al governo Duterte a proposito di due crisi che si sono intensificate:

1- La paladina dei diritti umani, Senatrice Leila de Lima, incarcerata da oltre 3 anni, è stata praticamente in isolamento dal 29 aprile al 9 giugno, le è stato negato l’accesso a staff, famiglia, legali, medici e consulenti spirituali. L’unico contatto diretto della Senatrice per la maggior parte di quel periodo sono state le sue guardie penitenziarie presso la sede centrale del Philippine National Police’s Camp Rafael T. Crame a Manila. Ha potuto dare aggiornamenti scritti allo staff del carcere che li ha trasmessi al suo staff ma le sue attività da Senatrice sono state severamente limitate. L’impedire allo staff di vederla ha anche violato una clausola della quarantena che garantisce la libertà di movimento allo staff del governo.

La situazione è andata avanti per oltre un mese e mezzo nonostante il rilassamento delle misure di quarantena, che hanno raggiunto il livello d’allerta più basso il primo giugno.

Alla Senatrice de Lima è stato finalmente permesso di ricevere una visita del suo staff mercoledì 10 giugno, e lo staff della PNP ha verbalmente indicato che le visite saranno nuovamente permesse in determinati giorni. La situazione non è però tornata alla normalità pre-quarantena, e mancano le rassicurazioni scritte. Alla luce di quanto accaduto in questo mese e mezzo, e dei continui sforzi del Presidente Duterte di sfruttare la pandemia per estendere il proprio potere, vediamo la situazione della Senatrice de Lima come una prolungata urgenza.

I centri detentivi nelle Filippine sono un diffusore del Covid-19 (in modo simile alle carceri statunitensi e di molti altri paesi), mentre il centro detentivo della PNP è scarsamente popolato, e la Senatrice de Lima è tenuta in isolamento nei suoi quartieri. Il centro non è congestionato, e non ci sono casi conosciuti di infezioni da Covid-19 tra i detenuti e il personale.

2- Questa settimana il Congresso delle Filippine ha trasmesso un disegno di legge cosiddetto “anti-terrorismo” al Presidente Duterte per la firma. La proposta è stata criticata dalle ONG incluso il Free Legal Assistance Group (FLAG) perché usa un linguaggio vago che permetterebbe al Presidente di andare efficientemente contro la rimanente opposizione filippina.

Per esempio, il Ministero della Giustizia sotto Duterte ha accusato di sedizione varie figure dell’opposizione, incluso il Vice Presidente Robredo, oltre che membri del Congresso, della chiesa, della comunità legale, e attivisti in un ampio raggio di settori sociali. Mentre i tribunali delle Filippine non si sono realmente opposti agli abusi di Duterte, il processo legale ha almeno permesso alle vittime di queste accuse di aver il tempo di difendersi.

Diversamente, stando alla legge sul terrorismo, un anticostituzionale “Consiglio Anti-Terrorismo”, costituito da membri del governo, può rilasciare mandati d’arresto per conto suo. Gli individui presi di mira sono poi soggetti al congelamento dei loro beni da parte di un nuovo Consiglio contro il riciclaggio. La legge prevede anche fino a 24 giorni di detenzione senza atto d’accusa.

Vi invitiamo a considerare lettere di preoccupazione relative alla situazione, e a considerare condizioni legislative per i prossimi aiuti alle Filippine. È cruciale che la Senatrice de Lima sia in grado di compiere i suoi doveri da senatrice – in libertà, ma come minimo autorizzata ad accedere al suo staff, stando a regole sanitaria ragionevoli. Come tutte le persone, è autorizzata all’accesso umanitario alla sua famiglia, i suoi medici e personale ecclesiastico. E se il ddl sul terrorismo diventa legge, molto presto ci potrebbero essere molte più de Lima a Camp Crame.

Vi ringraziamo per i vostri continuati sforzi su queste materie.

 

La versione originale della lettera e la lista dei firmatari è disponibile qui


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