Sembra proprio che con i vaccini attualmente in somministrazione non riusciamo, e non riusciremo nel breve termine, a rallentare la pandemia di SARS-CoV-2. Al momento continua ad essere prioritaria la ricerca di farmaci per curare, e magari ancor meglio per prevenire, le infezioni da nuovo coronavirus. E quelle delle sue varianti.
E se una risposta efficace venisse dalla cannabis?
Un gruppo di ricercatori della Oregon State University ha pubblicato, il 10 gennaio, uno studio che apre una prateria sugli usi possibili di alcuni acidi cannabinoidi per impedire l’infezione da Covid-19: secondo lo studio l’acido cannabigerolico (CBGA) e l’acido cannabidiolico (CBDA), già giudicati efficaci contro la variante alfa e la variante beta, hanno impedito l’infezione delle cellule epiteliali umane (è stato usato uno pseudovirus che esprime la proteina spike del virus Covid-19) impedendo così l’ingresso del virus stesso nelle cellule umane. Insomma, questi acidi cannabinoidi potrebbero essere utilizzati come sia come scudo che come cura contro l’infezione da SARS-CoV-2. Con due grandi vantaggi: sono biodisponibili per via orale e sono sicuri, perché vantano già una lunghissima storia per quanto riguarda l’uso umano.
I composti del CBD bloccano l’ingresso virale di SARS-CoV-2 e a 24 ore dall’infezione i ricercatori hanno riscontrato l’assenza di RNA virale del virus. Ma attenzione: le concentrazioni necessarie per bloccare l’infezione del 50% dei virus sono elevate ma potrebbero essere clinicamente realizzabili. Nei cani beagle la concentrazione di CBDA era di 1mg/kg.
Si tratta di acidi abbondanti nella canapa e in molti estratti di canapa, che possono quindi essere assunti in più modi. In una nota allo studio Richard Van Breemen, uno dei ricercatori, spiega che “gli inibitori dell’ingresso delle cellule, come gli acidi della canapa, potrebbero essere usati per prevenire l’infezione da Sars-Cov-2 e anche per ridurre le infezioni impedendo alle particelle di virus di infettare le cellule umane”.
La canapa (o Cannabis sativa) è usata, oltre che a fini ricreativi, per la produzione di tessuti, fibre, cibo e mangimi per animali, vari estratti e composti di canapa sono diventati molto popolari aggiunti a cosmetici, lozioni per il corpo, integratori alimentari e cibo. Oltre 170 metaboliti secondari, inclusi alcuni composti unici, sono prodotti dalla canapa, tra cui flavonoidi, diterpeni, triterpeni, lignani e cannabinoidi. Contiene almeno 70 cannabinoidi, tra cui cannabidioli, tetraidrocannabinolo, cannabigeroli, cannabinoli, cannabicromeni e cannabitrioli utilizzabili in campo medico.
Altri studi hanno già indicato che un possibile meccanismo per l’inibizione del SARS-CoV-2 da parte del cannabidiolo decarbossilato (CBD) è l’attivazione dei meccanismi immunitari innati mentre l’inibizione da parte di CBDA e CBGA si verifica nel punto di ingresso delle cellule. Questa è una buona notizia perché secondo lo studio questi meccanismi non si escludono a vicenda ed è possibile che più cannabinoidi in miscele complesse di estratti vegetali possano agire in modo indipendente per inibire SARS-CoV-2, portando potenzialmente a una maggiore efficacia rispetto ai singoli composti.