La coltivazione delle foglie di coca e la produzione di cocaina hanno raggiunto cifre record nel 2020 in Colombia e Perù, toccando i massimi storici anche in Bolivia. Lo rivelano le stime dell’Office of National Drug Control Policy (ONDCP) pubblicate il 25 giugno dal governo americano. L’ONDCP, una componente dell’Executive office della Casa Bianca, ha citato la violenza nelle aree rurali e le restrizioni imposte dalla pandemia di coronavirus come i motivi principali che hanno impedito alle autorità di controllare la ripresa dei raccolti.
In Colombia, la produzione potenziale di cocaina ha superato per la prima volta le 1.000 tonnellate, con una stima record di 1.010 tonnellate rispetto alle 936 dell’anno scorso. I raccolti sono cresciuti anche grazie all’aumento a 245.000 ettari delle aree coltivate, oltre il 15% in più rispetto al 2019, quando già si registrava il record di 212.000 ettari.
Gli Stati Uniti ricordano nel loro rapporto che il governo della Colombia ha sradicato “un record” di 130.000 ettari di piantagioni e sequestrato 580 tonnellate di cocaina nel corso del 2020, sebbene non sia stato sufficiente a prevenire aumenti della produzione spinti dalle difficoltà economiche della pandemia. “Queste tendenze mostrano la necessità di aumentare approcci che combinino sviluppo economico, una maggiore presenza del governo, sicurezza dei cittadini, interdizione ed eradicazione nelle aree rurali chiave per ridurre la produzione di cocaina in modo sostenibile e raggiungere la pace nelle aree colpite dal conflitto”, ha osservato l’ONDCP.
Il Perù ha mostrato gli stessi problemi, poiché “la pandemia è stata un grosso ostacolo negli sforzi del governo per fornire mezzi di sussistenza alternativi agli ex coltivatori di coca”, ricorda l’ufficio governativo. Secondo l’ONDCP, nel 2020 le piantagioni di coca in Perù hanno raggiunto una dimensione record di 88.200 ettari. In meno di 5 anni le coltivazioni della pianta sono raddoppiate nel Paese, dal momento che nel 2016 la sua estensione non raggiungeva i 44.000 ettari. La produzione potenziale di cocaina in Perù è stata stimata in 810 tonnellate.
In Bolivia la produzione potenziale è leggermente aumentata a 312 tonnellate (rispetto alle 301 dell’anno scorso), nonostante gli ettari coltivati siano diminuiti a 39.400 nel 2020 rispetto ai 42.180 del 2019. “Dobbiamo tutti fare di più per frenare il traffico di droga e promuovere politiche basate sull’evidenza”, ha affermato il direttore dell’ONDCP Regina LaBelle, osservando che l’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden sta investendo in “strategie di salute pubblica” per prevenire l’uso di droghe e la dipendenza.
Il governo della Colombia ha assicurato che esaminerà con le Nazioni Unite e l’esecutivo degli Stati Uniti la disparità nelle cifre sulle colture illegali nel Paese andino, le quali mostrano che “la lotta contro la droga” continua ad essere un “enorme sfida”. Il dato colombiano circa l’aumento delle superfici coltivate di oltre il 15% rispetto al 2019 contrasta con quello presentato il 9 giugno a Bogotá, che indica che in Colombia le coltivazioni di coca sono state ridotte nel 2020 a 143.000 ettari, il 7% in meno rispetto alla superficie coltivata nel 2019.
“Data la disparità nelle cifre dell’ONDCP e dell’UNODC, i tecnici di entrambi i Paesi e delle Nazioni Unite li riesamineranno per identificare quei criteri metodologici necessari per l’armonizzazione nei prossimi rilievi”, ha affermato il governo colombiano in una nota.
Allo stesso modo, l’esecutivo ha ricordato che i governi di entrambi i Paesi hanno riaffermato il 23 giugno 2021 il loro impegno nella lotta alla droga e hanno ribadito che problemi complessi come il traffico di droga “sono una responsabilità condivisa che richiede soluzioni a lungo termine e una risposta politica globale”.
“Ora abbiamo l’opportunità di raddoppiare i nostri sforzi verso il nostro obiettivo comune di porre fine a questa economia illegale distruttiva. La Colombia e gli Stati Uniti riconoscono che problemi complessi come il traffico di droga richiedono soluzioni a lungo termine e una risposta politica globale” ha aggiunto il governo.
da ADUC