Su La Stampa, Franco Giubilei intervista Felice Romano, segretario nazionale del Siulp, il sindacato di polizia più rappresentativo d’Italia con 26mila iscritti.
Cosa pensa delle proposte di legalizzazione della cannabis? «Quali risultati ha ottenuto il proibizionismo nel contrasto al traffico e al consumo di droghe leggere? Nessuno. Anzi: il consumo è aumentato e l’età dei ragazzi che ne fanno uso si è abbassata. Non solo: a fronte di un massiccio impiego di forze dell’ordine e alle risorse spese, non c’è stato nessun effetto sotto il profilo poliziesco-giudiziario, per non parlare della necessità di tutelare i più giovani e la loro salute. Ecco perché sono favorevole alla distribuzione dei derivati della cannabis in centri controllati, a soggetti maggiorenni».
Cosa intende per tutela dei ragazzi? «Oggi la criminalità organizzata fa affari d’oro con la vendita delle droghe leggere, con profitti che poi alimentano il traffico d’armi e delle sostanze pesanti. Molti giovani diventano pusher per soddisfare i propri bisogni di hashish o marijuana, vendendo queste cose a compagni di scuola e coetanei. Tutto ciò che è legale invece consente un maggior controllo, come avviene in Spagna».
Anche in Italia sta cominciando a girare la “spice”, un’erba trattata con sostanze chimiche, che notizie avete? «Ci sono stati dei sequestri, ma molte sostanze non sono ancora definite, e serve tempo per tracciare il principio attivo. Ci risulta che i trafficanti spingano su questa roba, approfittando dalla grande confusione esistente sul mercato nero. Oggi molte droghe chimiche sono sconosciute e non sono mai uguali a sé stesse, sono improvvisate in laboratorio. Nei panetti di hashish, poi, spesso troviamo di tutto, compreso lo sterco di animali. Tagliare le droghe conviene moltissimo a chi le commercia».
I danni della cannabis non sono un problema? «La coltivazione della cannabis a fini terapeutici, all’interno di strutture dell’esercito, è disciplinata dalla legge. Poi è chiaro che ogni farmaco deve avere le sue controindicazioni elencate nel bugiardino. Ricordo anche che in Italia il possesso delle armi è legalizzato, ma non per questo uno può usarle liberamente. Il dubbio etico resta, ma d’altra parte c’è il libero arbitrio: se mi lancio col deltaplano lo so che rischio. Il proibizionismo non impedisce nulla».
Dunque gli effetti della legislazione attuale quali sono? «Nessuno, se non rovinare la vita di un giovane a causa di ripercussioni che neanche immaginava: se trovato con uno spinello, viene segnalato al prefetto che gli ritira la patente, e se in futuro vorrà partecipare a un concorso non potrà farlo perché il precedente resta. E poi ha ragione Cantone a sostenere che con questa situazione normativa aumentano i rischi che i ragazzi entrino in contatto con ambienti criminali».
Qual è l’opinione dominante fra i poliziotti su questi temi? «Nelle forze di polizia c’è sensibilità, ma prevale ancora un istinto conservatore. Questo anche perché in Italia siamo spesso governati da un falso moralismo. Non riteniamo morali le case chiuse, ma poi tolleriamo la prostituzione per le strade delle nostre città».