«Legalizzare la cannabis significa togliere alla criminalità delle ecomafie una fonte di reddito….» Leonardo Fiorentini si ferma, non trova l’aggettivo appropriato, lo soccorre Mario Zamorani: «…stupefacente». Sketch improvvissato a parte, la conferenza stampa per lanciare a Ferrara la proposta di legge di iniziativa popolare per legalizzare la cannabis e i suoi derivati (marijuana, hashish) ha toni e argomenti molto seri. Con Fiorentini, consigliere comunale di Sinistra Italiana, e il radicale Zamorani, siedono il segretario cittadino del Psi Leonardo Uba e la consigliere comunale del Pd Ilaria Baraldi; al comitato ferrarese hanno aderito anche Prc, Sel e Possibile. A sostegno della proposta si portano le conclusioni della Direzione nazionale antimafia del 2015, in cui si parla di «totale fallimento dell’azione repressiva» e si interroga il legislatore sull’opportunità di depenalizzare la materia legata alle droghe leggere.
In Parlamento proprio i questi giorni sono iniziate le audizioni sul tema legalizzazione-depenalizzazione: tre le proposte di legge di iniziativa parlamentare, l’ultima delle quali, molto trasversale, ha la firma di 300 fra deputati e senatori. Ora si sta preparando dal basso questa quarta proposta, che si distingue in particolare per l’aspetto produttivo. Prevede la libera coltivazione individuale di cannabis (massimo 5 piante) e quella di gruppo: “cannabis social” di massimo 100 persone (massimo 5 pianta a socio). È ammessa la sola coltivazione biologica, mentre è vietata qualsiasi attività di lucro e di compravendita: solo autoconsumo individuale e collettivo riservato a maggiorenni. Se legalizzata, la marijuana si potrà acquistare anche nei negozi autorizzati – mai vicino alle scuole – ma non sarà commerciata in regime di monopolio come le sigarette. Mentre le accise (la tassa statale) saranno uguali a quelle delle sigarette.
«Legalizzare – dice Fiorentini – equivale a togliere di strada gli spacciatori e a spezzare un mercato illegale che frutta alla criminalità 4-8 miliardi di euro». «La follia proibizionista ha fallito in Italia e nel mondo, oggi il mercato illegale delle droghe fattura 35-40 miliardi di euro, come tutta la nostra industria manifatturiera» osserva Zamorani, che si rivolge anche ai cittadini della zona Gad: «Una firma su questa proposta di legge è il miglior investimento contro le presenze indesiderate legate allo spaccio». Il giovane socialista Uba sottolinea un altro aspetto: «Con i proventi fiscali proponiamo di finanziare iniziative di assistenza sociale, riduezione delle imposte sul lavoro e l’impresa». Fiorentini sostiene che tra tassa sulla cannabis e minori costi (meno gente in carcere, ad esempio) la legalizzazione vale come una manovra finaziaria da 4-6 miliardi.
Il comitato promotore, che si è costituito a Ferrara, ha deciso di raccogliere le firme tutti i mercoledì sera. Si comincia questa sera alle 21.30 in piazza. La raccolta è già partita al circolo Arci Bolognesi e si può firmare anche all’Ufficio protocollo del Municipio e nelle ex circoscrizioni di Porotto, Pontelagoscuro, Gaibanella, Boara oltre che all’ospedale di Cona. Sul sito del comitato nazionale www.legalizziamo.it si può scaricare la proposta di legge e reperire altre informazioni