La Cannabis viene rinviata a settembre

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Articolo di Claudia Osmetti, membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani

Il dibattito parlamentare sulla proposta di legge targata intergruppo Cannabis legale è già partito col piede sbagliato. Sì, perché nelle scorse ore la lista degli emendamenti presentati era di quelle lunghe quando un’enciclopedia: circa 1.700 in totale, di cui 1.300 solo di Area Popolare. Tanto per dire. Risultato: né la commissione Giustizia né quella Affari sociali della Camera dei Deputati se la sono sentita di esaminare le modifiche avanzate, di fatto scaricando la patata bollente direttamente all’Aula. Tradotto, semmai ce ne fosse bisogno, significa che lunedì prossimo a Montecitorio finirà non solo la proposta di legge per la legalizzazione della cannabis, ma pure un faldone con quasi duemila suggerimenti di modifica: e il voto, sull’una e sugli altri, slitterà quasi sicuramente a dopo l’estate. Rinviati a settembre, come si dice a scuola.

Copione di una storia già vista (quella sulle Unioni civili che ha tenuto banco per mesi), ma tant’è. Se da una parte la Direzione nazionale antimafia (Dna) non usa giri di parole e appoggia in toto “tutte le proposte di legge che mirano a legalizzare la coltivazione, la lavorazione e la vendita della cannabis e dei suoi derivati”, dall’altra i giochi sono tutt’altro che chiusi. Nel frattempo Radicali Italiani e l’associazione Luca Coscioni hanno deciso di non sprecare tempo e nei prossimi mesi saranno in piazza con una proposta di legge a supporto del lavoro dell’intergruppo di Benedetto Della Vedova.

Della serie: gli addetti ai lavori stimano che in tutto il Paese circolino, ogni anno, qualcosa come (almeno) 1,5 tonnellate di cannabis e che 3 milioni di italiani ne facciano abitualmente uso. Eppure l’esempio di Stati come il Colorado, che in un solo anno di legalizzazione ha incassato più di 60 milioni di dollari, sembra ancora lontano. Ma solo sulla carta. Al di là dell’ostruzionismo parlamentare e delle posizioni anti-pro di alcune formazioni politiche, infatti, secondo la Coldiretti due italiani su tre sono favorevoli alla coltivazione della cannabis a uso terapeutico mentre per un sondaggio Swg del 2014 il 46% della popolazione da Milano a Palermo reputa positiva  depenalizzazione, consumo e legalizzazione delle droghe leggere. Insomma, non tutto è perduto e i 220 deputati firmatari della ddl Cannabis possono quantomeno contare sull’appoggio popolare. D’altronde basta una firma per “mandare in fumo” il proibizionismo.


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