7.000 persone uccise in pochi mesi e uno schema di ‘scambio’ dove, se il presunto colpevole non viene trovato, è il coniuge o un suo parente a essere arrestato.
Questa la situazione emersa dalle parole della Vice Presidente delle Filippine, On. Maria Leonor “Leni” Girona Robredo che denuncia la violazione di diritti umani e dà voce alla disperazione delle comunità più povere del Paese:
“La campagna ha preso di mira le comunità più povere, che vengono radunate con la forza e perquisite senza mandato in luoghi come campi da basket, dove le donne vengono separate dagli uomini, le persone con i tatuaggi raggruppate in un angolo” – afferma l’On. Leni Robredo. Molti cittadini si son rivolti alla vice-presidente per denunciare che non si fidano più della polizia. “La nostra gente si sente senza speranza e impotente, intrappolata in uno stato d’animo di paura che tutti dovremo prendere sul serio”, ha aggiunto l’On. Robredo.
La Vice Presidente filippina è intervenuta all’incontro sulle esecuzioni extra-giudiziarie nelle Filippine per denunciare le migliaia di vittime della cosiddetta politica di “controllo della droga”, organizzato da Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica insieme alla DRCNet Foundation in occasione della 60esima sessione della Commissione ONU sulle Droghe tenutasi questa settimana a Vienna, grazie al sostegno dell’Internazionale liberale e della Drug Policy Alliance.
Segue il video del suo contributo!
Marco Perduca, dell’Associazione Luca Coscioni, ha ricordato come grazie al lavoro di Alison Smith dell’organizzazione Non c’è pace senza giustizia, “vi siano sufficienti elementi per attivare la giurisdizione della Corte Penale internazionale e avviare delle indagini indipendenti per i crimini contro l’umanità commessi da polizia ed esercito filippino. Anche se nessuno Stato si vorrà assumere la responsabilità di farlo, lo faremo secondo le procedure previste dalla Corte dell’Aia come organizzazioni non-governative”.