Carhart-Harris e scienza psichedelica

Fare rete, depenalizzare e prudenza per il futuro psichedelico

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Il Rinascimento Psichedelico in corso è composto da tante anime e abbraccia aspetti plurimi: ricerca medica, cultura, politica e altro. È fondamentale un approccio articolato e multidisciplinare per raggiungere non solo gli addetti o chi appoggia le politiche antiproibizioniste, ma anche per chi vuole saperne di più o si avvicina alla questione per la prima volta – soprattutto nel panorama italiano. Da qui il senso del webinar di lunedì sera 27 luglio (curato dall’Associazione Luca Coscioni), dove vari ospiti discuteranno proprio di Cosa manca all’Italia per un rinascimento psichedelico. Che poi è solo un momento e un modo per ampliare l’area della conversazione, insieme al ventaglio delle iniziative sul campo, le utili risorse web, la ristampa di libri importanti fuori catalogo con altri promettenti in arrivo, stimolanti riflessioni online e molto altro che (finalmente) si muove nello scenario nostrano. Si tratta insomma di “fare rete” nel senso più genuino del termine.

È così che negli Stati Uniti il movimento per la depenalizzazione ha ottenuto importanti vittorie: a Denver, poco più di un anno fa, seguita poi da Oakland e Santa Cruz, con altre amministrazioni locali che provano a replicarne il modello. E in Oregon a novembre si voterà per regolamentare l’uso dei funghetti in cliniche convenzionate dietro ricetta medica (Oregon Psilocybin Services Act). Una rete che ruota intorno alle sezioni locali di Decriminalize Nature, che si propone come obiettivo prioritario quello di…

..migliorare la salute e il benessere individuale depenalizzando e ampliando l’accesso a piante e funghi enteogeni tramite l’organizzazione politica e partecipativa, l’informazione e l’attivismo.

Insistendo sull’integrazione di questi filoni è ora arrivato un nuovo successo con Decriminalize Nature D.C., nella capitale Washington: i volontari hanno appena consegnato circa 36.000 firme (10.000 più di quelle necessarie a norma di legge) per presentare nella stessa tornata del 3 novembre un analogo ballot che impone a polizia e autorità giudiziarie di considerare “bassa priorità” uso e possesso personale di tali sostanze naturali (psilocibina, mescalina, iboga) per i maggiori di anni 21.

Lo sprint finale ha tratto beneficio dall’approvazione alla raccolta-firme via posta e seguendo i protocolli sul distanziamento sociale – nonché dal corposo contributo di 500.000 dollari offerto da Dr. Bronner’s, nota azienda di cosmetici e affini a base organica, da tempo in prima linea per la riforma delle politiche sulle droghe in Usa. Si dovrà aspettare ancora qualche settimana per il conteggio e la verifica ufficiali, ma è cosa fatta. Se la maggioranza degli elettori locali diranno Sì al referendum, la piccola clausola normativa porterà a un passo importante, come chiariscono i proponenti della Initiative 81:

Questa modifica aiuterà migliaia di residenti di Washington, D.C., affetti da ansia, disturbo post-traumatico, dipendenza o depressione, e che oggi temono di essere arrestati o perseguiti perché cercano di curarsi con sostanze enteogene naturali. L’iniziativa ha raccolto il sostegno di medici, polizia e residenti di D.C.

Proprio l’impegno trasversale degli attivisti a livello di informazione e divulgazione delle tematiche specifiche ha drasticamente ridotto l’opposizione all’iniziativa, portando a quella che quello che la coordinatrice Melissa Lavasani definisce una “ottima relazione operativa” con il consiglio comunale e la commissione elettorale di Washington. La stessa Lavasani si dice sorpresa da questo suo ruolo di attivista: impiegata statale e madre di due giovani figli, solo pochi anni fa ha finalmente potuto superare la severa depressione post-parto, con forte ansia e pensieri suicidi, grazie a microdosi di funghetti e sessioni guidate con l’ayahuasca (di cui non aveva mai sentito parlare).

Punto qualificante su cui nei prossimi 100 giorni il gruppo darà il massimo per educare il pubblico e informare al meglio, sfruttando anche l’onda lunga delle potenziali terapie post-pandemia: si stima infatti che il 20-25% degli operatori sanitari oggi in prima linea riveleranno i sintomi del Dtps, percentuale simile a quelle dei reduci di guerra, oltre ovviamente ad ampie fasce di popolazione. Nel pieno di una crisi sanitaria senza precedenti per gli Stati Uniti (esasperata dalla perdurante assenza di leadership politica), Lavasani vede l’opportunità per poter discutere apertamente di autogestione alla salute mentale e di coadiuvanti innovativi alla terapia psicologica: “Oggi è tutto sottosopra e ciò apre le porte a conversazioni di nuovo tipo sulla salute mentale.”

Adesso però Decriminalize Nature D.C. dovrà far fronte alla propaganda in stile war on drugs e chiarire, per esempio, che gli allucinogeni non vanno certo bene per tutti. Oltre che evidenziare le promesse della ricerca scientifica e dei test clinici in corso. E, più in generale, se queste clausole di depenalizzazione rappresentano solo il primo passo verso eventuali forme di legalizzazione, occorre essere accorti e prudenti. Lo ribadisce Allan Steiner, attivista in prima fila sul fronte della cannabis legale in California. Spiegando che non conviene replicare per gli psichedelici lo stesso facsimile normativo e imprenditoriale:

Modelli di libertà psichedelica che incoraggiano gli utenti a usare la sostanza in quantità sempre maggiori in nome del profitto alla fine causeranno soltanto danni. … Gli attivisti devono opporsi nei confronti sia di investitori che lanciano imprese per un ritorno economico sia di autorità locali interessate a cospicui introiti fiscali. Le spinte mirate al profitto non portano necessariamente a una maggiore libertà e, nel caso degli psichedelici, possono provocare seri danni.

Giova ripeterlo: la nuova medicina per la mente deve cioè proporsi come etica e responsabile, affiancata da pratiche commerciali sostenibili e dalla valorizzazione dei saperi tradizionali. Aspetti questi importanti nell’odierno dibattito globale, e che vanno affrontati collaborativamente per garantire continuità al “fare rete” insito nel futuro prossimo del Rinascimento Psichedelico.

 

Questo articolo fa parte della rubrica settimanale Psichedelia Oggi.

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Bernardo Parrella Bernardo Parrella è giornalista freelance, traduttore e attivista, da tempo residente in Usa e coinvolto in svariati progetti italiani e internazionali. Ha curato l’ebook Rinascimento Psichedelico. La riscoperta degli allucinogeni dalle neuroscienze alla Silicon Valley (2018). @berny


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