Dalla pandemia al microdosing di psichedelici

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La pandemia di Covid-19, con tutto il malessere psicologico che si porta dietro tra restrizioni, lockdown, distanziamento sociale, contingentamento agli ingressi, servizi pubblici essenziali ridotti o cancellati e chi più ne ha più ne metta, ha portato ad uno spostamento di alcuni consumatori di sostanze a scopo ricreativo verso gli psichedelici.

Funghi magici, LSD e non solo, assunti in piccole e controllate dosi (il cosiddetto “microdosing”) avrebbero inoltre migliorato il loro benessere e la loro salute mentale durante questi lunghi mesi di pandemia di Covid-19.

Già da anni, il fenomeno è cominciato ad emergere nella Silicon Valley, molte persone hanno iniziato ad assumere microdosaggi di psichedelici per auto-medicarsi, ma anche per migliorare la creatività, con “ottimi risultati” secondo Adam Winstock, fondatore e direttore del Global Drug Survey.

Proprio il Global Drug Survey, quest’anno, ha pubblicato i risultati di un sondaggio in cui si evince che la metà degli intervistati che hanno microdosato psichedelici hanno contestualmente ridotto o azzerato il consumo di psicofarmaci. Mentre una dose di LSD è di circa 100 microgrammi, i primi sperimentatori della Silicon Valley hanno elogiato gli effetti dell’assumere da 10 a 20 microgrammi ogni pochi giorni sulla loro creatività e produttività. Nel Regno Unito i partecipanti al sondaggio di Global Drug Survey riferiscono la stessa cosa: le persone sperimentano oggi un’ampia varietà di sostanze psichedeliche. Circa un terzo di coloro che hanno fatto microdosing con LSD o funghi magici (psilocibina) hanno riferito di aver provato anche altre sostanze, tra cui ecstasy (MDMA), ketamina, un anestetico dissociativo e l’ayahuasca, un forte cocktail vegetale allucinogeno venerato dai guaritori indigeni.

Più di un quinto degli intervistati che ha usato LSD e funghi magici negli ultimi 12 mesi ha riferito di aver microdosato entrambi i farmaci durante quel periodo: tre quarti di loro non hanno riportato effetti collaterali, mentre circa il 10% ha riportato effetti mentali indesiderati e l’8% effetti fisici.

Inoltre, il più grande studio controllato con placebo sugli psichedelici condotto fino ad oggi è dei ricercatori dell’Imperial College di Londra e ha scoperto che il miglioramento dell’umore riportato dai microdosatori potrebbe essere solo l’effetto placebo.

Insomma, la prateria di scoperte ancora da fare sugli psichedelici è sconfinata, almeno quanto la psiche umana. Ed è questo l’aspetto interessante, forse anche più di un altro: come per le altre sostanze illecite anche per gli psichedelici si assiste ad uno spostamento dalla “dipendenza” alla “convivenza”. Il problema è che questo spostamento è, ancora, completamente autogestito dall’individuo.


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