Articolo di Giovanna Casadio su la Repubblica – «No, no, no. Sono per lo stralcio della parte che disciplina meglio l’uso terapeutico della cannabis per il quale sono favorevole. A mio figlio Gian Maria che ha 14 anni e mezzo non saprei come spiegare che sua madre, che gli ha sempre insegnato di stare alla larga dalle droghe che bruciano il cervello, poi in Parlamento voti a favore della loro vendita in tabaccheria». Stefania Prestigiacomo, liberai di Forza Italia, quand’era ministro delle Pari Opportunità si lasciò andare a una dichiarazione che fece il giro dei media e cioè che «pur non essendo favorevole a nessuna droga, uno spinello è come la birra del sabato sera e non è da confondersi con le droghe pesanti». Tuttavia sulla legalizzazione della cannabis approdata nell’aula della Camera prima delle ferie, e subito inabissatasi, non ci sta.
Nessuna maggioranza trasversale in vista. A settembre la legge sulla cannabis torna in aula ma, scommette la presidente della commissione Giustizia, la dem DonatellaFerranti, sarà rispedita in commissione. Dove peraltro è rimasta a lungo sommersa da mille e 700 emendamenti. Lo stato dell’arte segnala quindi un intergruppo a favore della legalizzazione a cui hanno aderito 220 parlamentari. Pochi, per immaginare che il provvedimento veda la luce così com’è. I 5 Stelle sono favorevoli a stragrande maggiorana: 87 su 91 hanno sottoscritto il manifesto lanciato da Benedetto Della Vedova e da Roberto Giachetti. Il Pd invece è spaccato.
Anche se Mario Tullo, dem genovese, politico concreto a cui è stato affidato il conteggio nel partito, calcola che il numero è passato da 85 a 104 favorevoli alla legalizzazione. «La strada per la riduzione del danno», commenta. Altre firme si sono aggiunte. Però rischia di essere la buccia di banana su cui la maggioranza di governo può scivolare. I centristi di Alfano hanno alzato le barricate. I cattolici dem sono allenati e, come sulla stepchild ( l’adozione del figlio del partner in una coppia gay) quando si discuteva di unioni civili, chiedono lo stralcio. In effetti a spacchettare la legge sulla cannabis sta pensando Margherita Miotto. «Si porta avanti quella parte che riguarda solo l`uso della cannabis a fini terapeutici», spiega. Il dem Franco Monaco dissente profondamente non solo dal provvedimento ma dal ruolo che sta giocando il Pd: «Cosa stiamo diventando, un partito radicale allargato?».
Dai Radicali e dall’associazione Luca Coscioni è partita la raccolta firme per una legge di iniziativa popolare che rilancia e allarga la battaglia antiproibizionista. Sul sito Legalizziamo.it è illustrata l’iniziativa: legalizzare la cannabis e de-criminalizzare l’uso di tutte le sostanze secondo l’esperienza del Portogallo che – dicono i radicali – ha portato a risultati di un calo consistente nel consumo.
A Montecitorio, subito alla ripresa dì settembre, nel calendario d’aula ci sono l’assestamento di bilancio e la legge sulla legalizzazione della cannabis.