Carlo Bertini su La Stampa – La novità è che sul tema-tabù della cannabis la conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha fissato una data, il 27 giugno, per l’inizio del rodeo in aula. Cosa succederà poi è tutto da vedere. C’è da scommettere che la battaglia sarà aspra e che nessuno degli schieramenti risparmierà colpi, come per gli scontri andati in onda sulle unioni civili.
Si preannuncia una campagna di quelle che lasceranno il segno, con la maggioranza sulla graticola comunque, con discussioni feroci nelle case, nei bar, dentro e fuori le aule parlamentari, insomma un momento che segnerà una svolta per il paese messo di fronte a un tema largamente divisivo. Che però a sorpresa nei riscontri parlamentari lo è meno del previsto, a leggere lo schieramento trasversale di firme in calce al testo lanciato un anno fa su iniziativa dall’ex radicale Benedetto Della Vedova, oggi sottosegretario del governo Renzi.
Il testo vede come primo firmatario il vicepresidente della Camera e candidato sindaco di Roma, Roberto Giachetti, altro ex radicale. Ed è stato sottoscritto da 220 deputati e 70 senatori di quasi tutti gli schieramenti (Pd, M5S, Sinistra Italiana, Forza Italia, Scelta Civica, Psi, fuoriusciti grillini) tranne Lega e Ncd-Ap.
Un primo giro di audizioni di esperti nelle commissioni Giustizia e Affari sociali è già partito, il secondo “giro” è previsto alla ripresa dei lavori dopo il primo turno delle amministrative. Ma se la capigruppo ha fissato l’avvio della discussione in aula per il 27 giugno, lo ha fatto mettendo il progetto di legge all’ordine del giorno insieme a vari altri provvedimenti: come la legge europea, una proposta di legge sulla separazione tra banche d’affari e banche commerciali, una sulla video sorveglianza degli asili nido e la riforma della contabilità. Come a dire che le priorità vanno ancora decise.
Insomma che la strada sia tutta in salita, lo sanno bene i promotori di questa iniziativa. “Nulla è scontato, dobbiamo conquistarci centimetro per centimetro la nostra battaglia”, dice Della Vedova. “Vogliamo che entro l’estate si arrivi al voto della Camera, perché pensiamo che un disegno di legge che ha la firma di 220 deputati debba essere discusso e votato”.