Cannabis: non solo Canada!

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PER LA PRIMA VOLTA L’OMS AVVIA UNA REVISIONE DELLA PROIBIZIONE A LIVELLO INTERNAZIONALE

Perduca (Ass. Coscioni) : “Impariamo dal Canada sul futuro ma rispettiamo le leggi nel presente”

“La definitiva e totale legalizzazione della cannabis in Canada può insegnare più cose all’Italia – dichiara l’ex Senatore Radicale Marco Perduca dell’Associazione Luca Coscioni – : la prima è che promettere riforme liberali e antiproibizioniste paga in termini elettorali e di conquiste di libertà di scelta e commercio; la seconda la scopriremo nei prossimi mesi in termini di minor crimine e peso per i tribunali e maggiori entrate per lo casse pubbliche ma tutto lascia prevedere che come negli USA il futuro sarà migliore del passato; la terza è che grazie alla legalizzazione per fini sociali ci saranno ripercussioni positive anche per fini medico-scientifici perché si cancelleranno ostacoli normativi e burocratici per un settore dove il Canada è già all’avanguardia.

Il Governo Conte guardi al Canada per imparare a scardinare decenni di proibizionismo e si ricordi di rispettare le proprie leggi a partire da quella che prevede la presentazione al Parlamento della Relazione annuale sulle droghe entro giugno, la convocazione della Conferenza Nazionale e la nomina di un sottosegretario con competenze specifiche sulle “droghe”, e non nascoste tra famiglia, disabili e pari opportunità.”

Intanto nei giorni scorsi il Comitato di esperti sulle droghe dell’Organizzazione Mondiale della Salute ha annunciato che per la prima volta nella storia delle Nazioni unite avvierà una revisione delle proprietà terapeutiche della cannabis.

Attualmente, la cannabis è inserita nella Tabella I (altamente additiva e soggetta ad abuso) e nella Tabella IV (sostanze incluse nella Tabella I raramente utilizzate nella pratica medica) della Convenzione Unica sugli stupefacenti del 1961. Questo incrocio di collocazioni complica, e di fatto impedisce, la ricerca sui componenti attivi della pianta a causa delle difficoltà amministrative che gli scienziati incontrano per avere accesso alle sostanze.

Come ha avuto modo di denunciare più volte anche Associazione Luca Coscioni, l’assegnazione della cannabis nelle Tabelle I e IV della Convenzione del 1961 non avvenne e seguito di una valutazione scientifica da parte dell’Oms; oggi, dato il diffuso uso medico della sostanza e dei suoi derivati, l’inclusione nella tabella IV risulta ancor meno giustificabile di 57 anni fa.

Le definizioni ambigue delle sostanze legate alla cannabis e poste sotto controllo internazionale, oltre che la classificazione delle sue infiorescenze, resine ed estratti come “stupefacenti” e i suoi composti attivi come “sostanze psicotrope” sono state stigmatizzate in passato tanto dal Comitato di esperti dell’Oms quanto la giunta internazionale sugli stupefacenti.


 APPROFONDIMENTO SULLA REVISIONE ONU

Nei prossimi mesi l’Onu sarà messa di fronte alla necessità di bilanciare il “principio di precauzione” proibizionista con le innovazioni tecno-scientifiche occorse in tutto il mondo recentemente.

Ad esempio, secondo quanto riferisce l’OMS sul cannabidiolo, CBD, puro:

  • Il CBD non è noto per creare dipendenza, e non ci sono prove di problemi relativi alla salute pubblica associati all’uso del CBD puro. Secondo il resoconto finale redatto degli esperti dell’OMS sulla base della letteratura scientifca che era stata utilizzata per la sessione sulla cannabis, “è stato dimostrato che il CBD, in alcuni casi, cura l’epilessia. Negli Stati Uniti, un prodotto a base di CBD, l’Epidiolex, è in corso di revisione per approvazione”. Le persone usano anche prodotti CBD – oli, integratori, gomme ed estratti – per curare da soli molti disturbi minori, afferma il rapporto.

 

Mentre i Risultati sul Delta-9-Tetraidrocannabinolo, THC puro:

  • secondo il rapporto degli esperti dell’OMS è quasi impossibile che si possa verificare un’overdose da THC. Una persona del peso di 70 kili, ad esempio, avrebbe bisogno di consumare circa 4 grammi di THC, l’equivalente di 260 spinelli contemporaneamente, per avere un’overdose. (Dati confermati a più riprese anche dalla DEA americana). Il THC può provocare “disorganizzazione concettuale, pensiero frammentato, sospettosità, delusioni paranoiche e grandiose e distorsioni percettive” sebbene tutte temporanee.
  • Si stima che a livello mondiale siano 183 milioni gli adulti abbiano usato cannabis nel 2015. La pianta è cresciuta in 135 paesi ed è la “droga” più prodotta al mondo”.
  • Sebbene la cannabis sia una “droga” relativamente sicura, il disturbo dell’uso di cannabis, noto anche come dipendenza dalla cannabis, è abbastanza comune. Circa un consumatore di cannabis su otto è considerato “dipendente”;
  • Le donne incinte dovrebbero evitare la ganja. Esistono forti prove del fatto che fumare durante la gravidanza può ridurre il peso alla nascita dei neonati.
  • I bambini possono essere vulnerabili agli effetti negativi della cannabis. Rapporti recenti indicano che i bambini che la consumano accidentalmente possono sperimentare depressione respiratoria, battito cardiaco accelerato o, in casi gravi, coma temporaneo.

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