Cannabis: l’Europa segua Malta

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Come porre fine all’inutile e fallimentare modello europeo, proibizionista e persecutorio dei consumatori di cannabis ma inutile contro la criminalità organizzata? Seguendo il modello maltese.

La proposta è del ministro maltese per l’uguaglianza, la ricerca e l’innovazione Owen Bonnici, che ad Euronews ha dichiarato che la nuova legge sulla cannabis approvata dal Parlamento maltese a dicembre impedirà a chi consuma cannabis a scopo ricreativo di finire in tribunale o in carcere per possesso di piccole quantità di cannabis consentendo inoltre ai consumatori e ad alcune organizzazioni senza scopo di lucro di coltivare piante di cannabis e distribuirle ad tramite altri network di associazioni. Insomma, stop al mercato nero, alla colpevolizzazione del consumatore, all’ingrasso della criminalità organizzata. La nuova legge maltese consente infatti ai consumatori di detenere con sé fino a sette grammi di cannabis e di conservarne fino a 50 grammi in casa, cosa che fa di Malta il il primo stato dell’Ue a legalizzare la cannabis.

“È inutile dire che puoi portarti cinque grammi ma allo stesso tempo non fornire un percorso sicuro e regolarizzato da cui ottenere la cannabis” ha detto Bonnici, spiegando che le due cose non possono essere indipendenti e una non può escludere l’altra: “Devi farle entrambe o non fare niente. Non fare nulla non era un’opzione” ha detto il ministro maltese. Il riferimento, piuttosto chiaro, è alle politiche sulla cannabis di paesi come Italia, Spagna, Belgio e Irlanda, che hanno eliminato le pene detentive per possesso di cannabis ma che restano ancora scoperte per produzione e approvvigionamento: una cosa comune ad altri in 14 dei 27 stati europei, tra cui Francia, Germania, Austria, dove il possesso di cannabis minore può ancora spalancare le porte del carcere. In Germania il cancelliere Sholz si è detto più volte favorevole, nei Paesi Bassi la narrazione è quella di un “paradiso della cannabis” anche se formalmente resta illegare, anche perché i coffee shop sono costretti a rivolgersi al mercato nero all’ingrosso. Il tutto, in una situazione di caos europeo, dove la mancata armonizzazione delle politiche sulla cannabis non fa altro che confondere le acque e allontanare la presa in carico del problema proibizionismo.

La legge sulla cannabis di Malta non è stata esente da critiche: gruppi ecclesiastici e ONG, il Partito Nazionalista (PN) di opposizione, sono state molte le levate di scudi, con qualche distinguo anche tra gli oppositori: il 6 febbraio Bernard Grech, leader del PN, ha affermato che se eletto alle imminenti elezioni di Malta non cercherà di abrogare la nuova legge. Un recente sondaggio ha suggerito che solo un elettore maltese su cinque ha sostenuto la legalizzazione.

“Se vuoi fare la differenza nella vita delle persone devi prendere decisioni audaci” ha detto Bonnici.


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