Oggi è la Colombia ad offrire il potenziale più significativo per la produzione e l’esportazione della cannabis. Situate vicino all’equatore, alcune regioni della Colombia hanno un clima ideale per la coltivazione della cannabis per 365 giorni all’anno. Il paese vanta inoltre una delle più grandi industrie di fiori recisi al mondo: ciò significa che la Colombia è dotata di una forza lavoro numerosa e con una notevole esperienza agricola, oggi già in grado di produrre, potenzialmente, cannabis di alta qualità a basso costo. Con l’intero mercato della cannabis ora disponibile per gli operatori colombiani, inclusi fiori secchi, prodotti ingeribili e usi industriali, questa combinazione di fattori geografici posiziona la Colombia come uno dei principali attori nel mercato internazionale della cannabis grazie alla sua struttura a basso costo. Nel corso degli anni la politica colombiana creato un terreno molto fertile, dal punto di vista legislativo, che oggi posiziona la Colombia come una delle nazioni con il potenziale più interessante nel mercato internazionale della cannabis.
Le leggi a sostegno della produzione di cannabis e derivati della cannabis in Colombia si sono sviluppate considerevolmente negli ultimi anni. Nel 2015, i legislatori colombiani hanno approvato il Decreto 2647, che consente la produzione e la fabbricazione di derivati della cannabis. L’anno successivo è stato poi emanato il Decreto 780 per regolamentare la cannabis e i suoi derivati e per l’accesso sicuro e informato alla cannabis per gli scienziati e gli usi medici. In tal senso, i legislatori colombiani hanno approvato anche il Decreto 613 nel 2017, progettato per fornire “accesso sicuro e informato all’uso medico e scientifico della cannabis” prevedendo vari tipi di licenze.
Tale decreto del 2017 consente anche la coltivazione della cannabis ma non prevede l’uso di fiori di cannabis essiccati a scopo medico, che restava proibito, così come l’esportazione di fiori essiccati. In base a quella legge tutta la cannabis prodotta per uso medico e scientifico doveva essere trasformata in estratti. Inoltre, che siano psicoattivi o non psicoattivi, i produttori non possono utilizzare la cannabis per fini industriali, compresa la produzione di alimenti e bevande.
Un recente emendamento al Decreto 613 ha cambiato la sostanza delle regolamentazioni colombiane, pur mantenendo l’impianto di base. I seguenti punti riassumono l’impatto di questa modifica legislativa:
1. La vendita di fiori di cannabis essiccati è ora consentita. Le infiorescenze di cannabis continuano a rappresentare circa il 50% della domanda nei principali mercati internazionali, tra cui Stati Uniti, Germania e Australia.
2. La produzione, la vendita e l’esportazione di prodotti ingeribili a base di cannabinoidi è ora consentita.
3. Le sostanziali restrizioni alla commercializzazione dei prodotti a base di cannabis in Colombia sono state rimosse, creando un mercato interno più forte.
4. La vendita di prodotti medici a base di cannabinoidi attraverso le farmacie con “formule personalizzate” è ora consentita. Le formule personalizzate sono prodotti farmaceutici prescritti dal medico e preparati dai farmacisti per soddisfare le esigenze specifiche di un paziente. Questo approccio aumenta sostanzialmente l’accesso ai prodotti a base di cannabis, supportando ulteriormente la crescita del mercato interno colombiano.
5. L’uso industriale della cannabis è ora consentito, anche per la realizzazione di tessuti, plastiche, carta e materiali da costruzione.
Pur aprendo sostanzialmente la sua industria della cannabis, il governo colombiano sta ancora applicando linee guida e standard normativi molto rigidi, nonché procedure operative standard per tutti i produttori. Dopo aver ottenuto una licenza, i produttori devono garantire la tracciabilità dal momento in cui ricevono il seme fino al momento della raccolta. Tuttavia i costi di coltivazione in Colombia restano tra i più competitivi a livello internazionale, un fatto che consentirà agli operatori colombiani di penetrare nelle misure protezionistiche dei mercati internazionali.