I consumatori di cannabis del Messico potrebbero ricevere un regalo di Natale molto bello: entro dicembre infatti il Senato potrebbe approvare una legge che disciplini, e legalizzi, la semina, la commercializzazione ed il consumo di cannabis e dei suoi derivati a scopo ricreativo.
Oltre a rappresentare un duro colpo per i narcotrafficanti messicani, che nelle ultime settimane hanno alzato il livello di violenza tornando ad esporre cadaveri impiccati dai ponti con cartelli al collo che ricordano il potere dei cartelli sul territorio, la legalizzazione della cannabis in tutto il Messico ottempera ad una sentenza di giugno della Corte Suprema, che ha dichiarato incostituzionali le norme proibizioniste sulla cannabis, che tuttavia viene ancora sanzionata a livello penale.
Intervistata da Forbes la presidente del Senato messicano Olga Sánchez Cordero, una delle figure più progressiste della politica messicana, ha detto che “Tutti i partiti politici vogliono una legge molto progressista” per avviare un vero cambio di passo sulla cannabis: “Ci siamo formati in una cultura proibizionista negli anni Sessanta, la politica proibizionista proveniva dagli Stati Uniti” ha ricordato.
Sánchez Cordero, che non nasconde di aspirare alla presidenza messicana, nel suo ufficio al Senato messicano ha uno spinello in bella vista regalatole da un deputati nel 2019 e nell’intervista auspica che la Camera alta approvi la nuova legge entro la fine dell’anno.
Con 125 milioni di abitanti il Messico potrebbe diventare il paese con il mercato interno più grande a legalizzare l’uso ricreativo della cannabis, aprendo nuove possibilità economiche per milioni di cittadini; secondo un’analisi della società di consulenza americana Grand View Research, si prevede che le dimensioni del mercato della sola cannabis medica in Messico raggiungeranno i 249,6 milioni di dollari entro il 2025.
Certo è impensabile risolvere con la sola legalizzazione il problema dei cartelli criminali, che non saranno molto propensi a farsi soffiare un mercato così grande, almeno non senza combattere. Ma si tratta di un passo importante nella distruzione dell’economia criminale: negli ultimi anni diverse società minerarie straniere, società di distribuzione alimentare e persino un impianto di distribuzione della Coca-Cola hanno chiuso le operazioni in Messico a causa di problemi legati alla sicurezza. Un sondaggio del 2018 della Camera di commercio del Messico, che ha intervistato 415 dirigenti e direttori dei dipartimenti relativi alla sicurezza aziendale, ha rilevato che il 42,1% delle aziende hanno subito attacchi al trasporto della catena di approvvigionamento. Estorsioni e rapine le ragioni principali degli attacchi.