Cannabis, il calo dei prezzi e l’eccesso di offerta

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Dopo un periodo di sostanziale stabilità il sottosettore degli isolati dalla cannabis sembra registrare un calo nei prezzi di vendita: secondo l’ultimo rapporto di Canxchange i prodotti cannabinoidi a base di CBD, che a inizio anno viaggiavano in una fascia di prezzo tra i 400 e i 500 euro al chilo, sono scesi dalla metà del 2021 a 300 euro al chilo e i trend sembrano mostrare un’ulteriore tendenza al ribasso.

Il problema è l’eccesso di offerta, spiega Canxchange, che prevede che i prezzi scenderanno sotto i 300 euro al chilo all’inizio del 2022, un fatto che potrebbe spazzare via la concorrenza più debole nel mercato dei prodotti a base di CBD.

Lo stesso trend si osserva sui prezzi dei distillati e degli oli di canapa, con alcuni produttori di oli che hanno tagliato i prezzi anche del 50% per liquidare le scorte. Su questo incide anche il mercato statunitense, che offre prezzi mediamente più bassi rispetto a quello europo. Tuttavia, ciò non significa che i prezzi resteranno tali: è in crescita infatti l’interesse per i prodotti cannabinoidi senza THC da parte delle aziende farmaceutiche ed è probabile che “il prezzo di equilibrio sarà presto raggiunto” con una convergenza tra i prezzi europei e quelli statunitensi.

Lo stesso trend si osserva anche sui prezzi delle infiorescenze: i fiori coltivati in outdoor sono scesi a 300-350€/kg, dai 500 di sei mesi fa, mentre i prezzi dei fiori coltivati indoor hanno registrato un calo a circa 1300-1700€/kg dai 1600-2000€/kg di sei mesi fa. L’aumento dei prezzi dell’energia, della logistica e del costo del lavoro tuttavia potrebbe rappresentare un’ulteriore criticità per i produttori più piccoli.

C’è inoltre la questione, non marginale, relativa agli investimenti in tecnologie e infrastrutture verdi: secondo Laura Herschlag, co-fondatrice di TEQA Capital (una società di consulenza aziendale e manageriale svizzero-israeliana), “la canapa ha un ruolo significativo da svolgere nell’affrontare il cambiamento climatico” ma la tendenza a investire in questo senso è ancora molto lenta. Secondo Herschlag oltre ai benefici ambientali ed economici della canapa “il settore offre l’opportunità di creare e trasferire competenze, promuovere l’equità sociale e di genere ed elevare le comunità economicamente in difficoltà”.


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